Wednesday, October 3, 2018

of the plumber with crocs and other Swiss wonders -- sull'idraulico con le crocs e altre meraviglie svizzere

So, in reference to my last post, when I busy myself below deck to make sure that the Titanic of our family runs smoothly, I occasionally run into no, not Jack, but some other characters who are equally deserving of my deepest devotion.

Yesterday it was the croc-ed plumber. He had to fix our kitchen sink and when I opened the door to let him in, he dropped a pair of crocs, smoothly slipped in to them with a Michael Jackson dance move, shook my hand and with his stealth croc-ed soft step went straight to work. 
It is not unusual for workmen in Switzerland to take off their shoes when entering a private home, but the crocs! 
I was not prepared for this level of beauty. 

Then this morning it was the recycling-truck-driver who got my vow of unconditional and everlasting love. 
I came back from driving my girl to school (which I normally don't do but she had an important test and needed to properly gear up in the cocoon of her Mom's Bruno-Mars-blasting car) and realised it was paper-recycling day because of the extremely tidy, perfect  A4 piles of papers tied with biodegradable recycling string stacked up by our building entrance. And the recycling truck was already coming down the road. 

The F-word ensued spontaneously as I wondered why in the world the captain of the ship had not thought about the damn paper himself. At least the paper! 

Silly me. 

The captain of the ship is on his way to one of his high level business meetings on the other side of the planet, and in order for him to wrap his head around such mundane inconveniences such as garbage, HE NEEDS TO BE TOLD
I will one day thoroughly analyse this vice women have, of doing things themselves rather than asking their beloved. 
It seems to me that the need to tell completely annihilates the value that the deed would have it it were done spontaneously. Truer words were never spoken, I know. 

Anyway, there I was, swearing and cursing and running up and down the stairs from our basement to the street corner to get our damn paper, when magic fell upon me: the guy from the recycling truck left his wondrous paper-eating machine parked on the sidewalk and followed me INTO THE BASEMENT TO GET MY crooked, something between A3, 4 and 5 piles of extremely untidy paper precariously held together by any old shoestring I could find in the house, took them from my hands, smiled and said: KEIN STRESS!  
No stress! 

Now Jack might have given up the door for Rose, but this, this is clearly love of a higher order. 

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In riferimento al mio ultimo post, quando traffico sotto coperta per fare in modo che il Titanic della nostra famiglia continui sereno sulla sua rotta, mi capita di imbattermi no, non in Jack, ma in altri personaggi che meritano ugualmente la mia più profonda devozione. 

Ieri era il turno dell'idraulico con le CROCS. Doveva venire ad aggiustare un tubo in cucina e quando gli ho aperto la porta ha lasciato cadere sul pavimento le sue crocs, se l'è infilate leggiadro come un Michael Jackson danzante, mi ha stretto la mano e col suo passo felpato, e CROC-ato si è messo al lavoro. 
Capita sovente in Svizzera che chi entra in casa d'altri per fare qualche lavoro si tolga le scarpe, ma le CROCS!
Non ero preparata per questo livello di estasi. 

Poi stamattina è stato l'autista del camion della carta a meritarsi la mia promessa di eterno amore. 
Sono tornata a casa dopo aver portato la teenager a scuola (cosa che non faccio mai ma oggi aveva un test importante e le serviva una bella carica nella macchina della mamma con Bruno Mars a tutto volume) e mi sono accorta che era il giorno del riciclaggio della carta, perché davanti al palazzo era pieno di ordinatissime pile di giornali in formato A4 legate diligentemente con cordino biodegradabile con la cura con cui si fanno i pacchi di Natale. E il camion della carta era in avvicinamento. 

Una parola orrenda mi è nata spontanea mentre mi chiedevo perché mai non poteva pensarci il capitano della nave a 'sto cavolo di carta, almeno quello!

Che scema.

Il capitano della nave è partito stamattina per uno dei suoi incontri ad alto livello dall'altra parte del pianeta, e perché si accorga di dettagli mondani come la carta da riciclare, BISOGNA CHE GLIELO SI DICA
Un giorno scriverò un post definitivo sul perché noi donne abbiamo questo vizio maledetto di fare le cose da sole invece di chiedere alla nostra dolce metà di occuparsene. Secondo me è perché dover chiedere automaticamente annienta il valore che il gesto avrebbe se fosse spontaneo. Mai parole sono state più veritiere, lo so. 

In ogni caso, eccomi lì che cristono e corro su e giù dalle scale tra la cantina e l'ingresso per prendere quella cavolo di carta, quando un incantesimo è sceso su di me: il tipo del recycling-camion ha lasciato la sua meravigliosa macchina mangia-carta parcheggiata sul marciapiede e mi ha seguito IN CANTINA per aiutarmi a prendere le mie pile di carta formato A3-4-5, tutte sbilenche e legate con qualche stringa di vecchie scarpe, me le ha prese dalle mani sorridendo e ha detto: KEIN STRESS!
Niente stress!

Lo so che Jack ha lasciato tutta la porta a Rose perché potesse salvarsi, ma questo, questo è amore di un ordine superiore

(pic by me, all rights reserved)


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