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Tuesday, May 21, 2019

of the second half -- sulla seconda metà


WTF, so much turmoil in this little person of mine. 
I once wrote a post about midlife crisis and how I had read a quote that said that "it's when you reach the top of the ladder and realise it was leaning against the wrong wall". What a bunch on senseless crap. This is such a male thing to say, the top of the ladder my ass. Be happy that your ladder had a wall to lean on and you didn't fall flat on your face. And if it was the wrong wall it's because during the climb you were simply too self absorbed to notice where you were going. 

This midlife thing has been popping up everywhere in my life, it's the universe talking to me, it cannot be otherwise. Perhaps it has to do with the fact that I have reached a milestone birthday, or perhaps the universe simply speaks to us when we are finally willing to pay attention. 

So I went to the Carl Jung Institute (new addiction) for a conference and our teacher, out of the blue (she was talking about marriage in mythical stories), said "the second part of your life is when your ego needs to be in service of your self". I obviously raised my hand from my little corner of ignorance (I was the only one present who is not training to become a Jungian analyst) and asked: "aren't ego and self the same thing?" The professor graciously filled me in during the coffee break and explained that the ego is what we consciously know about ourselves, whereas the self is our hidden motivation, our subconscious, authentic self that is in perpetual search for meaning and tries to steer the ego towards our true heart's desires. 


WHY ISN'T THIS TAUGHT IN 1ST GRADE INSTEAD OF ALL THAT USELESS CRAP ABOUT RECTANGULAR PARALLELEPIPEDS AND EUROPEAN RIVERS

If that message in itself had not been loud enough, the following day I was browsing in my favorite bookstore and what book do you think I picked up? 
FINDING MEANING IN THE SECOND HALF OF LIFE, by James Hollis, who by the way is another Jungian Analyst, to confirm the conspiracy.

Skip two days ahead, I am sitting in the car during my usual Uber service to pick up my grumpy teenager n.2 from her dance training at 10pm and listening to one of my favorite podcasts. Who are they interviewing? David Brooks author of THE SECOND MOUNTAIN, which as you've probably guessed by now is: the second half of life.

Ok, universe, I hear you, I am on the path to discover my true self and the deeper meaning of this existence, the mission of moral life I was put on this planet to achieve. 

So I did what anybody invested with such daunting moral responsibility would do: I went out and got a tattoo


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Ma che cavolo, quanto tumulto in questa piccola personcina che sono. 
Una volta ho scritto un post riguardo alla crisi di mezza età e sul fatto che avevo letto una citazione che diceva che "la crisi di mezza età è quel momento in cui raggiungi la cima della scala e ti accorgi che era appoggiata al muro sbagliato". Che colossale stronzata. Questa è una cosa che solo un maschio direbbe, la cima della scala... Ringrazia che avevi un muro a cui appoggiarla e che non sei finito spiaccicato di faccia per terra, e se era il muro sbagliato è solo perché durante la salita eri talmente assorbito in te stesso da non accorgertene prima. 

Questa cosa della "mezza età" continua a spuntare da tutte le parti nella mia vita, è chiaramente l'universo che mi sta parlando, non può essere altrimenti. Forse è per il fatto che ho raggiunto un compleanno importante, o forse perché in effetti l'universo ci parla tutto il tempo, e ce ne accorgiamo soltanto quando siamo finalmente disposti ad ascoltare. 

È successo che mi trovavo all'Istituto Carl Jung (la mia ultima mania) per una conferenza e la relatrice di punto in bianco (la conferenza riguardava il matrimonio nelle storie mitologiche) ha detto: "nella seconda parte della vita, l'ego deve mettersi al servizio del self". Al che ho alzato la mano dal mio piccolo angolo di ignoranza (ero l'unica presente che non sta studiando per diventare analista) e ho chiesto: "ma ego e self non sono la stessa cosa?". Quella santa mi ha preso in disparte durante la pausa e mi ha spiegato che l'ego è quello che consciamente sappiamo di noi stessi, mentre il self è l'inconscio, che secondo Jung è il nostro io più autentico che cerca costantemente di guidare l'ego verso i nostri desideri più profondi, cercando il vero significato della nostra esistenza. 


MA PERCHÈ QUESTE COSE NON SI INSEGNANO IN PRIMA ELEMENTARE INVECE DI TUTTE QUELLE CAZZATE SUI PARALLELEPIPEDI E I FIUMI D'EUROPA

Se quel messaggio non fosse stato abbastanza chiaro, il giorno dopo mentre curiosavo nella mia libreria preferita ho tirato su un libro a caso e indovinate un po' cos'era? CERCANDO IL SIGNIFICATO NELLA SECONDA PARTE DELLA VITA, di James Hollis, che fra l'altro è un analista Jungiano, a conferma del complotto. 

Fast forward due giorni dopo, sono seduta in macchina alle 10 di sera aspettando di portare a casa mia figlia dopo l'allenamento di danza e sto ascoltando uno dei miei podcast preferiti in cui intervistano diversi autori. E a chi tocca? David Brooks, che ha scritto LA SECONDA MONTAGNA, che ovviamente si riferisce alla seconda parte della vita. 

Va bene, universo, ho capito, sono sul cammino che mi porterà a scoprire il mio io più autentico e il significato profondo di questa esistenza e la missione che sono stata mandata su questo pianeta a compiere. 

Così ho fatto ciò che chiunque investito di cotanta responsabilità morale farebbe nella stessa situazione: sono andata a farmi fare un tatuaggio

Saturday, November 17, 2018

of the Sharapova in me -- sulla Sharapova che c'è in me


Enough already with Tennis
I know, but next week I've doubled my training hours so it's only going to get worse.

I play with this lovely girl, Jenna, and our handsome trainer, David, and things are a bit unorthodox, which always makes for an awesome time.
First of all when Jenna and I play against each other, David is our ballboy and umpire and  needs to keep saying SILENCE PLEASE not to the public but to us players. 
Secondly, whereas in Tennis the player who serves usually has the upper hand, our games always go to the one who receives because our serves, how should it put it, still need a bit of refining touches (we suck). 

Anyway, by watching hours of tennis on TV and studying the laws of dynamics, I have discovered the two necessary elements for a killer serve:
no, not training diligently and following David's directions to the letter.
But rather: jumping and yelling. That's right! It works! 

Perhaps the jumping increases the inclination of the serve and therefore optimises the angle at which the ball hits the opposite court and the yelling helps the potential energy turn into kinetic one or some other scientific nonsense. 
But to me it just adds that crazy factor that works like magic in making it all so much more fun

So I jump and yell and think of that joke of the guy who turns up the TV whenever Ms. Sharapova is playing, so his neighbours will think that he too sometimes has sex. 

(By the way, I've found that jumping and yelling can be added to any human activity and the increased fun is guaranteed. )

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E basta con 'sto Tennis! 
E invece la settimana prossima ho raddoppiato le ore di allenamento, quindi peggio per voi.

Gioco con Jenna e il nostro allenatore David e le cose non sono proprio come dovrebbero essere, il che naturalmente rende tutto più divertente.
Prima di tutto quando facciamo una partita, David ci fa sia da raccattapalle che da arbitro e deve continuare a dire SILENZIO PER FAVORE, ma non al pubblico, a noi. 
In secondo luogo mentre nel Tennis normalmente chi serve è avvantaggiato, con noi il gioco va sempre a chi riceve, perché il nostro servizio, come posso dire, ha bisogno ancora di qualche rifinitura (fa schifo).

In ogni caso, guardando ore di Tennis alla tele e studiandomi attentamente le leggi della dinamica, ho finalmente capito cosa ci vuole per un servizio perfetto: no, non allenarmi diligentemente e seguire alla lettera le istruzioni di David.
Piuttosto: saltare e gridare. Giuro! Funziona!

Forse il salto aumenta l'inclinazione del servizio e quindi ottimizza l'angolo con cui la palla colpisce il campo avversario e gridare forse aiuta l'energia potenziale a trasformarsi in cinetica, o qualche altra boiata scientifica del genere. Ma secondo me aggiunge semplicemente al gioco quel fattore di follia che magicamente fa diventare tutto più divertente

Così salto e grido e penso a quella barzelletta del tizio che quando gioca la Sharapova alza il volume della tele per far credere ai vicini che anche lui, ogni tanto, scopa. 

(Fra l'altro, ho scoperto che saltare e gridare migliora non solo il servizio ma anche qualunque altra attività quotidiana).

(pic, and serve, by me, all rights reserved)

Thursday, May 3, 2018

of yoga... zzz... -- sullo yoga... zzz...



So I have tried yoga. 

For the second time in the last few years, because I have friends who swear by it, but boy-oh-boy is it boring. It is soooo damn slow! I could be over and done with the same snake-dog-child-hellosunshine shit in less than 10 minutes, not 90. 

Something else I find puzzling is the preacher-like demeanour of the teachers, and even the people participating in the class look like they have all been touched by the spirit of Xanax. Before the class started I was all  hi-how-are-you-long-time-practicing-yoga?, but they just sat there with their legs crossed and eyes closed. 


Too cool for a beginner?
Bullies.

I like running much better. 

Not that I actually do run, just hypothetically. My sister is a runner and when she runs early in the morning, no matter how long and difficult her day is, she retains that endorphins-induced glow on her face for the whole day. 

The rhythmical pounding of the planet with your feet, yes, I think I'll try that. 
I'll pound it hard to wake up those yogis. Perhaps after a good downwards-facing-dog slumber, they'll remember how to be nice.


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Per la seconda volta in questi ultimi anni, ho provato a fare yoga, perché ho amiche che ne sono entusiaste, ma Madonna santa che noia. È lentissimo! Potrei fare la stessa sequenza di serpente-cane-bambino-saluto-al-sole in 10 minuti invece di 90 e poi usare il resto del mio tempo per fare qualcosa di più utile. 

Un'altra cosa che mi fa un po' ridere sono le arie da santoni che si danno gli istruttori, e perfino i partecipanti alla classe hanno l'aria di essere stati toccati dallo spirito di Xanax. Prima dell'inizio ero tutta un ciao-come-va-è-tanto-che-fai-yoga?, ma se ne stavano lì fermi con le gambe incrociate e gli occhi chiusi.


Troppo fighi per parlare con l'ultima arrivata?
Bulli.

Correre mi piace molto di più. Anche se non è che io corra, dico così ipoteticamente. Mia sorella corre e quando va al mattino presto, anche se poi ha una giornata lunga e difficile, le resta in viso per ore quello splendore da endorfine.

Si, ecco, pestare ritmicamente la superficie del pianeta come se fosse un tamburo, mi sa che mi ci metto. Pesterò più forte che posso per svegliare quei morti di sonno della classe di yoga. Magari dopo un bel sonnellino nella posizione del cane con la testa in giù, saranno più freschi e si ricorderanno di essere gentili. 

(pic by me, all rights reserved)

Wednesday, January 31, 2018

of the selfie queen -- sulla regina dei selfie


When my grumpy teenagers saw the picture, they found it amazing.

Amazing that I didn't mess it up.

This is what they would have expected from me. 

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Quando i due adolescenti impestati hanno visto la foto sono rimasti sconvolti.

Dal fatto che per una volta abbia mirato giusto.

Questo è ciò che si sarebbero aspettati conoscendomi. 

(pic from ME!)

Wednesday, January 3, 2018

of my syndromes -- sulle mie sindromi


So I ain't no serious blogger, whatever that is. I just do not have the time or energy to be consistent in my writing. It's because I have this millefoglie syndrome, I am just a layered mess of projects and ideas and like puff pastry, I  always stretch myself too thin. The result is quite tasty but the process exhausting. 


Before Xmas I had this big group presentation for my MBA at a major Swiss bank, which would count for 40% of the final grade of my diploma.
The prospect of ME going through with this has put me in a cold sweat for weeks. But once the gig was on, I was unstoppable. 

I was astonished at the power and energy I felt while presenting in front of our professors and the bank executives. In the pictures we took with my class afterwards, I look 20 years younger. I was just having a blast. 

The reason, I believe, lies within another syndrome I have been living with for two decades now: the impostor syndrome. I have had so many occasions to perfect it, that I have become a master impostor.

When I go lightyears outside of my comfort zone and perform, I feel like an illusionist, hoping that the magic trick will work, that I can pull it off and fool everybody. 
When it works out, it's exhilarating. A bit like winning the lottery, I guess. 
Have I got gambling addiction? So there, syndrome number three.  

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Eh no, non ce la faccio a prendere seriamente questa cosa del blog. Non ho né il tempo né l'energia di scrivere con regolarità. È perché ho questa sindrome millefoglie, sono un casino stratificato di idee e progetti impossibili che mi tirano in tutte le direzioni. Il risultato è delizioso ma la preparazione estenuante.

Prima di Natale ho avuto un'importante presentazione  per il mio MBA presso una grossa banca svizzera, il voto sarebbe stato 40% del voto finale del diploma. 
Soltanto l'idea di dovermi trovare in una situazione simile, mi ha fatto sudare freddo per settimane. Ma una volta che si è aperto il sipario, ero inarrestabile. 

Il potere e l'energia che ho provato presentando di fronte ai nostri professori e ai banchieri ha stupito anche me. Nella foto di gruppo fatta con la mia classe quella sera, sembro ringiovanita di 20'anni. 

La ragione, credo, sta in un'altra sindrome con cui lotto da 20 anni: la sindrome dell'impostore. Ho avuto talmente tante occasioni di perfezionarla, che sono diventata un impostore professionista. 

Quando esco anni luce dalla mia comfort zone per esibirmi, mi sento come un' illusionista durante una magia, concentrata al massimo perché il trucco riesca a fregare il pubblico.

E quando funziona è come vincere alla lotteria. Ho la dipendenza da gioco d'azzardo? Ecco, sindrome numero 3

(pic by me, all right reserved)

Thursday, September 14, 2017

of Nike and potential energy -- sulla Nike e l'energia potenziale


So I have memberships to quite a few international associations and I very much enjoy getting their newsletters to quench my FOMO. 
Unfortunately I don't really participate in many of the events they organise. And that's because of two main reasons:

1. My kids' adolescence sucking up every tiny bit of what's left of my energy.

2. The Nike effect. Being a member of these clubs makes me feel connected with their network just as owning a super-cool, dri-fit, latest collection, state of the art running outfit makes me feel fit. It's all in the potential, really. 
If I go as far as putting it on while sitting at my computer, I am ready for the olympics.

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Sono iscritta a diverse associazioni internazionali e mi piace molto ricevere le loro riviste per sentire che mi tengo al corrente di tutto. 
Sfortunatamente non partecipo a molti degli eventi che organizzano, e ci sono due ragioni principali:

1. L'adolescenza dei miei figli che risucchia ogni residuo di energia che mi è rimasto alla fine della giornata.

2. L'effetto Nike. Essere iscritta a queste associazioni mi fa sentire connessa e informata proprio come avere nell'armadio un favoloso completo da corsa dei-fit della ultima generazione mi fa sentire in forma. È tutto nel potenziale.
Se poi lo indosso mentre sto seduta davanti al computer, sono pronta per le olimpiadi. 

(pic by me, all rights reserved)

Thursday, April 27, 2017

of the stolen marvel -- sulla meraviglia rubata

(September 2006, Tokyo, anyone sees it, let me know)

So my bike is gone. My beautiful white trek city-bike, faithful travelling companion of countless adventures has been stolen. 
Having moved over and over, I learned not to get too attached to physical objects, but I loved this bike. We were together for 17 years on three different continents. 

I rode it in Princeton by the canal with my toddler son strapped in the baby-seat, while he sang with his rosy cheeks in the chilly air. 

I rode it in Zürich with my toddler daughter strapped in the same baby-seat while I took her to baby-ballet classes. 

I rode it in Tokyo with the petals of the sakura trees in my face, exploring the city when I was still too scared of earthquakes to ride on the subway. 

I rode it from our 7th home to our 8th, when for once we moved within the same neighborhood and there was no space left in the moving truck. 

And then in Zürich again, when I went through the emotional rite of passage of removing the baby-seat that for quite some time had been used for groceries only, and with my Freitag bag swung on my back I went back to my badass former identity, and to work, on my bike, with the wind in my face.

I know now would be the time to start making a list of all the painful curses that the person who stole it rightfully deserves, but no. I did not suffer through the whole 40 days of lent with no chocolate just to take such a blow on my karma.
I just hope that whoever has it will treat it well, it is a marvelous machine, not unlike those magic bikes that took off to save ET.
Although I hate that move.
It’s just the boys who were chosen by Spielberg to go on the final mission to save ET.
Jerk.

(This will not affect my karma because it’s the truth).

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Così la mia bici è sparita. La mia bellissima Trek bianca, fedele compagna di mille avventure è stata rubata. 
Avendo traslocato di continuo, sono abituata a non affezionarmi troppo alle cose, ma la mia bici la amavo. Siamo state insieme per 17 anni su 3 continenti.

A Princeton lungo il canale e nel parco dell'università, con mio figlio piccolo nel seggiolino che cantava con le guaciotte arrossate dal vento. 

A Zurigo con mia figlia piccola nello stesso seggiolino mentre la portavo a lezione di danza. 

A Tokyo con in faccia i petali di fiori di ciliegio mentre esploravo la città quando avevo ancora troppa paura dei terremoti per fidarmi della metropolitana. 

Mi ha portata dalla nostra settima casa all'ottava, quando per una volta ci siamo trasferiti all'interno dello stesso quartiere e non c'era più posto nel camion dei traslochi. 

E poi di nuovo a Zurigo, quando ho dovuto attraversare quel rito di passaggio commovente e smontare il seggiolino dei bimbi che ormai mi serviva solo per portare la spesa, e sono ritornata alla mia identità di prima, e al mio lavoro, con la mia bici, la mia borsa Freitag in spalla e il vento in faccia.

Adesso sarebbe il momento perfetto per fare la lista di tutte le maledizioni dolorosissime che auguro a chi me l'ha rubata, ma invece no. Non ho sofferto per tutti i 40 giorni di quaresima senza cioccolato per poi rovinare tutto e ammaccare il mio karma così. Nossignori. 
Spero solo che chiunque ce l'abbia, la tratti con cura, è una macchina perfetta e meravigliosa, un po' come quelle bici magiche che volano via per salvare ET.
Anche se odio quel film.
Spielberg ha scelto che fossero solo i ragazzini maschi ad andare in missione per salvare ET.
Stronzo.
(E questo non influenza il mio karma perché è vero).

Thursday, March 9, 2017

of the student at Starbucks -- sullo studente da Starbucks


So today I got in the mail the first book for the MBA I am starting in a few days. It’s a book about Management. And what did I do to counter the panic of having once again set foot in uncharted territories? No I didn’t sharpen all my pencils, nor did I rush to buy a new Moleskine notebook to make me feel chic and knowledgeable, nor did I google “Management” to see what exactly I have put myself into. Nossir. 

Instead, I went to Starbucks

I put on one of my teenage daughter’s oversized scarves, my reading glasses and my hair up in a messy bun. Then I walked in, ordered whatever Strappuccino the person in front of me was having (because of my reading glasses I couldn’t make out anything on the menu on the wall) but with soy milk and a sprinkle of organic cocoa to feel more millennial, and then I sat at a table among my fellow students. Loved it!

I peeked to see what the 20-something kid with big headphones at the table next to me was studying (diagram of an eye, been there done that) and then I thought about Princeton
When I lived there, I saw those students at Starbucks and thought that if I paid that kind of money to send my kids to university and then caught them “studying” at Starbucks, I’d disown them and never speak to them again.
Probably exactly what my kids would do to me if they walked by at this very moment and caught me playing millennial

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Allora oggi mi è arrivato nella posta il primo libro per l’MBA che inizierò fra qualche giorno. Si intitiola Management. E che cosa ho fatto per arginare il panico di essermi come sempre messa nei casini? No, non ho temperato ossessivamente tutte le mie matite, né sono corsa a comprare un nuovo quaderno Moleskine per sentirmi più elegante e competente, e non ho nemmeno cercato su Google “Management” per capire esattamente in cosa mi fossi messa. Nossignore. 

Sono andata da Starbucks

Mi sono messa una delle sciarpe XL di mia figlia adolescente, i miei occhiali da lettura e mi sono tirata su i capelli in uno chingnon spettinato, ero pronta. Poi sono entrata, ho ordinato lostesso Strappuccino che ha preso la persona davanti a me (visto che con gli occhiali da lettura non vedevo un tubo del menu appeso dietro) ma con latte di soia e una spruzzatina di cacao bio per essere più millennial, e poi ho preso posto tra i miei compari studenti. Fantastico!


Ho sbirciato per vedere cosa stesse studiando il ventenne sgarrupato con le cuffie enormi seduto al tavolo di fianco (diagramma dell’occhio, già fatto) e mi è venuto in mente quando vivevo a Princeton
Vedevo gli studenti da Starbucks e pensavo che se io avessi pagato tutti quegli zillioni perchè i miei figli potessero frequentare l'università di Princeton e poi li avessi beccati a “studiare” da Starbucks, li avrei diseredati e non gli avrei mai più rivolto la parola.
Precisamente cosa succederebbe a me se i miei figli dovessero per caso mai beccarmi da Starbucks a fare la millennial...  

(pic by me, all rights reserved)