I posted a comment on Slicing's blog about the unsolvable dilemma of third culture kids' sense of self and belonging. Or lack thereof.
This is one thing I think about ALL THE TIME, like, really, I wake up in the morning and think about what to wear, my coffee and all the ways in which this unrooted life of ours is going to mess up my kids' identity.
They were born on different continents from parents who were themselves born on different continents, and then went on to live on three different continents. How can the damage not be exponential?
When asked where they are from, they usually choose between a long answer that retraces the various moves and tribulations, or mention the country where most of their enlarged family lives.
Where are you from? ITALY. Really?
But there is a deep, freudian explanation as to why they would answer this way.
The longer, accurate answer is for their global citizenship and the fact that they really belong anywhere. The shorter one for the price they had to pay: the unforgivable injustice of growing up without grandparents.
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Ho scritto un commento sul blog di Slicing riguardo all'irrisolvibile dilemma che riguarda il senso di appartenenza dei figli di expat.
Questa è una cosa a cui penso TUTTO IL TEMPO, sul serio. Al mattino mi sveglio e penso al mio caffè, cosa mettermi, e tutte le nefaste conseguenze che questo stile di vita itinerante avrà sull'identità dei miei figli.
Sono nati su continenti diversi, da genitori nati su continenti diversi, e sono a loro volta cresciuti su 3 continenti diversi.
Come potrebbe il danno non essere esponenziale?
Quando gli si chiede da dove vengono, di solito scelgono tra una risposta più lunga che ripercorre tutti i vari spostamenti e tribolazioni, oppure rispondono con il paese in cui vive la maggior parte della loro famiglia.
Where are you from? ITALY! Davvero?
E non è un caso, c'è una spiegazione profondamente freudiana alle loro risposte.
La risposta più lunga e accurata spiega il loro essere cittadini del mondo che si sentono veramente a casa ovunque. La seconda risposta indica il prezzo che hanno dovuto pagare per questa vita: l'imperdonabile torto di dover crescere lontano dai nonni.
Ecco, io alla roba dei nonni proprio non ci penso. Sara' che io pure sono cresciuta lontano dai nonni, che vedevamo una volta all'anno e che sentivamo puntualmente ogni domenica dopo pranzo al telefono. Cioe' esattamente la stessa esposizione che hanno i miei figli con i loro, di nonni. Nonostante cio, i miei nonni sono rimasti dei pilastri nella mia identità e le persone della mia famiglia a cui mio fratello ed io siamo rimasti più affezionati in assoluto.
ReplyDeleteIo andavo da mia Nonna dopo la scuola per guardare Beautiful, mia nonna era parte del mio quotidiano e uso ancora il suo coltello del pane tutti i giorni.
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