So yes, I am practically blind from having gone through the
4-somehting-hours of the Australian Open final without blinking for FOMO. But
this is not what I want to say.
We expats do not just take our official language from Anglo-Saxon
lands. Many of us have lived there at some point, and are naturally drawn
towards them, because of their multiculturalism and the fact that most
international students end up attending university either in the US or in
England.
I do not want to compare expats to refugees, because I know
I am a spoiled bitch and bla bla bla I-have-heard-it-a-million-times-already-thankyouverymuch. But
having moved several times we are, de facto a stateless people, hopping around
the world with a bunch of kids who belong nowhere and everywhere at the same
time. We’ve always had an unwavering feeling that we’d
hop on feeling welcome, but now I am not quite sure.
The stepping stones are
shrinking, and we might eventually fall through.
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Ebbene si, sono praticamente cieca dopo aver guardato la
finale degli Australian Open per più di quattro ore senza battere ciglio
(letteralmente) per paura di perdermi qualcosa.
Ma non è di
questo che vorrei parlare.
Noi expat non abbiamo solo preso dai paesi anglosassoni la
nostra lingua ufficiale. Molti di noi ci hanno anche abitato, ad un certo punto
della nostra vita, e ci siamo sempre trovati bene grazie alla grande tradizione
multiculturale che questi paesi possono vantare. Inoltre la maggior parte dei
ragazzi expat finiscono di solito a frequentare un’università in Inghilterra o
negli Stati Uniti.
Non voglio di certo paragonarci a dei rifugiati, perché so già che
sono una stronza viziata e bla bla bla l’ho-già-sentito-mille-volte-grazie. Ma
chi di noi ha collezionato diversi traslochi, è de facto diventato apolide,
saltellando qua e là in giro per il mondo con a carico dei pargoli che si
sentono a casa dappertutto e da nessuna parte. Abbiamo sempre avuto una
certezza incrollabile che saltello dopo saltello, saremmo stati i
benvenuti, ma adesso non ne sono più certa.
Le pietre su cui poggiamo
attraversando il fiume del nostro girovagare si stanno restringendo e per la
prima volta ho paura di cadere.
(pic by me, all rights reserved)
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