The truth is that I am a bit fed up with this Expat business.
When I wrote my book about our expat years around the world, I didn't think of the consequences, it was really just meant for my kids, so they'd read it someday or bring it to their therapy sessions and tell their shrink that yes, it was their parents that were nuts.
But the truth is that as someone said, things aren't real until you write them down and so the book hit me smack in the face with the reality of the expat condition and all the implications that I had so far failed to analyse because I was too deeply immersed in it.
Whenever I got the chance to present my book, I resisted the role of expert or activist, because I didn't care about trying to explain to non-expats how it feels or to elaborate with expats how to make the most of it without succumbing.
I am just over it.
The truth is that you pack and leave to follow your spouse abroad at a time in your life when a sort of romantic enchantment makes your career seem worth giving up for the man of your dreams. The call for adventure also plays a role.
You spend the following n. years having babies in countries where nobody speaks your language, making friends you already know you'll have to leave, and being everybody's coach and psychologist and driver and cook and maid and travel agent and real estate agent and tutor (for free), while still hanging on to that good old call for adventure although it's taken a bit of a beating, and to the idea that once the expat years are over, you'll go back to your life / career.
HA!
The truth is that by the time you actually manage to scrap together a shred of a career, to finally regain some personal recognition (joke number one) and financial independence (joke number 2), there is a whole new set of situations that require your time and attention: ageing grandparents, kids at university, they are all pulling you in different directions (and often different continents).
So the truth is that your time never comes.
That's why I couldn't answer another question about expatriate living during my book presentation. I don't want to be the one to break it to you.
Even given all the information available online, the truth is that I cannot believe how naive expats still are.
You are welcome.
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È passato un bel po', è successo di tutto. Dovrei scrivere di figli che lasciano il nido, di crisi di mezza età e simili. Dello zen del tennis. Dei soprannomi insopportabili che le Mamme bloggers danno ai loro bambini. Di cose che solo le Mamme vedono. Invece scrivo di expat perché se non sbaglio questo blog parla di loro.
La verità è che mi sono stancata di questo mondo expat.
Quando ho scritto il mio libro sui nostri anni in giro per il mondo, non ho pensato alle conseguenze, l'ho scritto per i miei ragazzi, perché un giorno potessero leggerlo o portarselo dallo psichiatra per dimostrare che i pazzi erano i loro genitori.
Ma la verità è che, come ho letto da qualche parte, soltanto quando le cose sono scritte, diventano reali e quindi questo libro ha dipinto un mondo nel quale ero immersa da anni ma che per la prima volta ho visto nella sua integrità.
Ogni volta che ho dovuto presentare il libro, mi sono sentita a disagio nel ruolo di esperta o attivista, perché proprio non me la sentivo di spiegare ai non-expat cosa vuol dire vivere senza radici e agli expat come sopravvivere ai mille traslochi.
Non mi interessa più.
La verità è che quando molli tutto e fai le valigie e parti per seguire tuo marito, sei in una fase della tua vita in cui l'ideale romantico della vostra vita insieme sembra avere più valore di qualunque cosa tu facessi fino a quel momento. Il richiamo dell'avventura fa il resto.
Poi ti ritrovi ad avere bambini in paesi in cui nessuno parla la tua lingua, stringendo amicizie che sai già saranno a tempo e lavorando (gratis) come allenatrice, psicologa, cuoca, domestica, autista, agente di viaggio, agente immobiliare, insegnante per il resto della truppa, aggrappandoti all'idea che prima o poi, quando gli anni expat saranno finiti, potrai riavere la tua vita e la tua carriera.
HA!
La verità è che ora che riesci a rimettere insieme uno straccio di carriera per riavere finalmente un po' di riconoscimento (barzelletta numero 1) e indipendenza economica (barzelletta numero 2), c'è tutta una nuova lista di situazioni che richiedono la tua attenzione: genitori anziani e figli all'università, tutti che ti tirano in direzioni diverse e spesso anche su continenti diversi.
Quindi la verità è che il tuo momento non arriverà mai.
È per quello che non posso più rispondere alle domande sugli expat. Non voglio essere io a fare la Cassandra.
Perché anche con tutte le informazioni reperibili online, la verità è che ancora non mi capacito di quanto ingenue noi expat continuiamo a essere.
Non c'è di che.
(pic by me, all rights reserved)
Si percepisce la crisi di mezza eta' di fondo... Ma poi, e' la tua o quella di tuo marito?
ReplyDeleteMi piace quando dici la verita'.
Girl, io dico sempre la verità.
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