So a lady was writing in her blog that while helping her husband find his keys for the millionth time, she found them in his jacket with 40bucks and felt that pocketing the money was the proper thing to do. To her shameful display of cunning deception, I only have one thing to say: such a beginner!
I have been doing the same for years. Given the three absent-minded people I live with, looking for things they cannot find is what I do 95% of my time. To their defense, two are hormonally intoxicated teenagers who wouldn’t be able to find the ground they walk on and one is an engineer, do I need to say more? So if while looking for their stuff I happen to find some spare change, I most assuredly keep it as ransom.
This technique has been perfected with time and has found
its finest artistic expression in the laundry
department: before I load the washing machine, I check the pockets of
everything that goes in, and that’s how I run into precious artifacts such as: dirty tissues from the paleontological
age, earbuds, hairbands, keys, USB-sticks, ID cards, caps of pens and bottles,
and even the occasional chewed gum, precariously wrapped in a corner of paper
ripped from a notebook, every washing machine’s nightmare. I am quite alright
with finding stuff in my kids’ pockets because trying as I am to survive their
puberty, this really is the least of my problems. But the boarding pass in the back pocket of the engineer’s pants? All hell
breaks loose. Yes it’s an irrelevant distraction on his part, but as everyone
who has been married for a while knows, EVERYTHING
has a meaning, and the boarding pass in his pocket says: ‘I have more important
things to do, it’s up to you to take care of such insignificant details’. So
instead of being the nagging, aggravated wife, and explode in a fit of rage, I
decided that 50 bucks for everything
I find in his pockets would be a reasonable compensation. And if I somehow miss
the boarding-pass and end up with a laundry load covered in specks of Lufthansa-papier-maché,
it’s 100.
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Allora, una tipa ha scritto sul suo blog che mentre stava
aiutando suo marito a trovare le chiavi per la centomilionesima volta, le ha
trovate nella tasca di una giacca insieme a 40 pounds (British girl) che non ha esitato a tenere per sé. Di fronte
a questa indegna dimostrazione di mancanza di onestà ho soltanto una cosa da
dire: che principiante!
Io sono anni che faccio lo stesso. Dato che vivo con tre persone che hanno costantemente la testa fra le nuvole, passo 95% della mia giornata a cercare roba che non trovano. In loro difesa devo dire che due sono adolescenti in preda a intossicazione ormonale che non sarebbero in grado di trovare nemmeno il pavimento su cui camminano, e il terzo è un ingenere, non aggiungo altro. Così, se durante la ricerca mi imbatto in qualche spicciolo, è ovvio che me lo tengo come riscatto!
Io sono anni che faccio lo stesso. Dato che vivo con tre persone che hanno costantemente la testa fra le nuvole, passo 95% della mia giornata a cercare roba che non trovano. In loro difesa devo dire che due sono adolescenti in preda a intossicazione ormonale che non sarebbero in grado di trovare nemmeno il pavimento su cui camminano, e il terzo è un ingenere, non aggiungo altro. Così, se durante la ricerca mi imbatto in qualche spicciolo, è ovvio che me lo tengo come riscatto!
Questa tecnica col tempo si è raffinata, e ha trovato la sua
più eccelsa espressione artistica nel bucato:
prima di caricare la lavatrice controllo tutte le tasche. Ed è così che mi
imbatto in reperti preziosi tipo
fazzolettini usati dell’età della pietra, cuffiette, elastici per i capelli,
chiavi, chiavette USB, carte di indentità e tappi vari di biro e bottiglie.
Oppure la temibile gomma masticata avvolta precariamente nell’angolino di carta
strappato da un quaderno. L’incubo di ogni lavatrice. Non faccio caso a quel
che trovo nelle tasche dei mei figli, infondo sto cercando di uscire viva dalla
loro adolescenza e quindi questo è l’ultimo dei miei problemi. Ma la carta
d’imbarco nella tasca posteriore dei pantaloni dell’ingegnere? Gesù,
Maria e San Giuseppe aiutatemi voi. Lo so che si tratta solo di una piccola,
irrelevante distrazione, ma come chiunque sia sposato da un po’ sa bene che OGNI GESTO ha un significato. E il
significato della carta d’imbarco è: ‘io ho cose più importanti di cui occuparmi,
pensaci tu a queste piccolezze’. Ma invece di trasformarmi nell’incredibile
Hulk e stracciare coi denti tutti i suoi capi di abbigliamento in un travaso di
bile, ho deciso che 50 euro sono un
indennizzo ragionevole per ogni ritrovamento. Se poi mi la maledetta carta d’imbarco
mi sfugge e mi ritrovo con un intero carico di biancheria ricoperto da
pezzettini di carta pesta della Lufthansa, allora sono 100.
(pic by me, all rights reserved)
(pic by me, all rights reserved)
E invece qual e' il tariffario per le camicie sfilate dalla testa invece che sbottonate? Che, dico io, qualcuno prima o poi dovra' ben sbottonarle, 'ste camicie, o no?
ReplyDeleteAllora, fammi consultare il codice, and I quote: "la tariffa è di 10 euro a bottone, e se il corpo del reato oltre a essere stato sfilato dalla testa, è anche girato al contrario, rendendo i bottoni de facto irraggiungibili, è da considerare non idoneo a varcare l'oblò della lavatrice e quindi da rimandare a settembre. Se però lo sfilamento della suddetta camicia è il risultato di un impeto di passione, il dazio è sarà riscuotere in natura".
DeleteHahahaha!! Eccezionale. Applico subito.
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